Il fatto che le donne abbiano le mestruazioni può essere un grande problema in alcuni contesti: donne che vivono in campi profughi, donne migranti, donne che vivono in situazioni di emergenza (dopo un terremoto, un alluvione ecc.).
Purtroppo, quelli che noi possiamo considerare “situazioni limite” sono la realtà per molte donne, ed è bene considerare attentamente la situazione prima di pensare ad un intervento di qualsiasi tipo.
Ogni risposta umanitaria che cerchi soluzioni in merito alla gestione del ciclo mestruale, allo smaltimento dei rifiuti o al suo riciclaggio, infatti, si trova a fare i conti con alcune difficoltà oggettive che non devono essere ignorate.
In assenza di soluzioni, le donne e le ragazze adottano meccanismi alternativi, come cambiarsi all’alba o di notte (esponendosi al rischio di stupri), o smaltendo i rifiuti direttamente nelle tubature (ostruendo così gli scarichi precari e rendendo inutilizzabili i servizi igienici). Ancora, vivere in contesti affollati potrebbe rendere difficile l’asciugatura degli assorbenti lavabili, sopratutto quando il tabù legato alle mestruazioni è ancora molto sentito.
Nel nostro lavoro ci siamo ispirate alla ricerca della Mailman School of Public Health (Columbia University), traducendo alcuni passaggi fondamentali del kit da loro elaborato, che trovate disponibile in versione originale qui. E’ un lavoro di cui siamo particolarmente orgogliose, perché restituisce il senso delle nostra attività e il valore di ciò che facciamo, sperando che sia utile a tutti gli enti che si trovano ad operare in questo tipo di contesti.